Part 2 Part 1
VII.6.38 Pompeii. May 2010. Lararium painting from the kitchen.
The upper part has an offering scene. A round altar is in the centre.
The offering Genius has a small camillus helping on his right.
On the other side of the altar is the tibicen with a popa assisting with a small pig.
The scene is flanked on either side by a large lar. Above the scene are three garlands.
The lower part has two serpents, in plants, approaching a second, round altar, one from either side.
Fröhlich says this was found in Reg. VII or VIII.
See Fröhlich, T., 1991. Lararien und Fassadenbilder in den Vesuvstädten. Mainz: von Zabern. (L98, T: 10,2).
Pagano and Prisciandaro show this as being from VII.6.38.
See Pagano, M., and Prisciandaro, R., 2006. Studio sulle provenienze degli oggetti rinvenuti negli scavi borbonici del regno di Napoli. Naples: Nicola Longobardi. (p.39).
Now in Naples Archaeological Museum. Inventory number: 8905.
VII.6.38 Pompeii. 1957. Lararium painting from the kitchen.
Naples Archaeological Museum inventory number 8905. Photo by Stanley A. Jashemski.
Source: The Wilhelmina and Stanley A. Jashemski archive in the University of Maryland Library, Special Collections (See collection page) and made available under the Creative Commons Attribution-Non Commercial License v.4. See Licence and use details.
J57f0515
According to Boyce –
“Villa of Julia Felix” – Somewhere in this villa-like complex (the exact location is unknown) was found a lararium painting (h.1.21, w.1.78) done in two zones upon a white ground …………… He then quoted various sources which identified this same painting.
However, other sources identify this painting as being from VII.6.38. (We have entered it into both locations).
See Boyce G. K., 1937. Corpus of the Lararia of Pompeii. Rome: MAAR 14. (p.95, no.470).
VII.6.38 Pompeii. Pre-1843. Drawing by Abbate of the Lararium painting in the kitchen.
Now in Naples Archaeological Museum, inventory number 8905.
VII.6.38 Pompeii. Detail of Lar, from left side of lararium painting.
Now in Naples Archaeological Museum. Inventory number 8905.
VII.6.38 Pompeii. Detail of popa leading a pig to his sacrifice, shown on lararium painting.
Now in Naples Archaeological Museum. Inventory number 8905.
VII.6.38 Pompeii. Detail of the double-flute player or tibicen, shown on lararium painting.
Now in Naples Archaeological Museum. Inventory number 8905.
VII.6.38 Pompeii. Detail of round altar from lararium painting.
Now in Naples Archaeological Museum. Inventory number 8905.
VII.6.38 Pompeii. Detail of the Genius sacrificing, shown on lararium painting.
Now in Naples Archaeological Museum. Inventory number 8905.
VII.6.38 Pompeii. Detail of priest’s assistant or camillus, shown on lararium painting.
Now in Naples Archaeological Museum. Inventory number 8905.
VII.6.38 Pompeii. Detail of Lar, from right side of lararium painting.
Now in Naples Archaeological Museum. Inventory number 8905.
VII.6.38 Pompeii. Detail of serpent on left lower side.
Now in Naples Archaeological Museum. Inventory number 8905.
VII.6.38 Pompeii. Detail of altar from lararium painting, shown with eggs placed as offerings on the top.
Now in Naples Archaeological Museum. Inventory number 8905.
VII.6.38 Pompeii. Detail of serpent on right lower side.
Now in Naples Archaeological Museum. Inventory
number 8905.
VII.6.38 Pompeii. Painted candelabra found -
1,
on left, found Cività, 25th May 1761.
With
black background containing a capricious architecture of a yellow tint, two
lists are red; the festoons are green: the eagle was reddish in color; the
candlestick was red; the picture, where you can see a sea horse was green; The
two side panels were yellow.
2,
in centre, found Gragnano, 10th September 1761. =_MANN 9758
All
the decorations, the two masking (perhaps Bacchic), the scorpion, and the
basket, are all yellow.
3,
on right, was found with no.1, in Cività, 25th May 1761.
Candelabra
with plate above, and with several arabesques, all the colour of light red,
(see below).
Le Antichità di Ercolano, (4), p.333, no.67
According
to Pagano and Prisciandaro, these, along with other paintings, were described
on 30th May 1761, as being found in this house.
See
inventory number: 9963 and 9959 at Naples Archaeological Museum.
(9767
may also have been found in the same room – this would apply to the centre
candelabra (9758) from Villa Arianna at Stabiae).
See Pagano, M. and Prisciandaro, R., 2006. Studio sulle provenienze degli oggetti rinvenuti negli scavi borbonici del regno di Napoli. Naples: Nicola Longobardi, p. 38, and PAH I, addendum 142-143.
Candelabra, 3rd from left, painted candelabra found 25th May 1761, see above.
See Zahn W.,
1849. Ornamente aller klassischen Kunst-Epochen nach den Originalen in ihren
eigenthümlichen Farben. Berlin: Reimer, Taf. 82.
È necessario ora
descrivere, prima d'ogni altro, la casa esistente a mezzogiorno di questa,
perchè, come ho detto di sopra le due abitazioni, in origine erano in
comunicazione tra loro. Essa, risultante di un peristilio con varii ambienti
d'intorno, aveva il suo ingresso sul vico occidentale al n. XXXVIII, ingresso
largo m. 1,45, con soglia di lava, coi cardini di ferro conservati e coi fori
per l'incastro degli stipiti di legno.
Segue a questo
ingresso il corridoio 21, col pavimento di coccio pesto, formante leggiero
pendìo verso la strada, con le pareti decorate di alto zoccolo nero scompartito
in riquadrature per mezzo di fascette rosse e rivestito superiormente di
semplice intonaco bianco. Sull'alto della parete settentrionale, all'altezza di
m. 2,76, esistono i fori dei travicelli di un ambiente costruito sul breve
corridoio in un tempo posteriore. La parte corrispondente della parete opposta
non si è conservata. Questo ambiente superiore terminava con una finestra
corrispondente sull'ingresso.
Il corridoio
riusciva nel peristilio 22, e verso di esso terminava con due pilastri angolari
rossi, dei quali si è conservato solo quello di sinistra.
Questo peristilio
ha il portico in tutti i lati, tranne che in quello settentrionale, dove era
praticato il largo vano di comunicazione col peristilio della casa
precedentemente descritta. Le colonne, prive dei capitelli, sono due per
ciascun lato, comprese le angolari ; sono fatte con pezzi di tegole e con
pietre tagliate a mattoni ; ed
hanno
rjvestimento di intonaco dipinto in paonazzo. E poiché la decorazione dipinta
in fondo al portico occidentale termina in alto (a m. 3,53) con taglio
orizzontale, mi pare doversi dedurre che le colonne sostenessero una terrazza
girante intorno. Tra le colonne è un pluteo in muratura, alto m. 0,68, vuoto
internamente per mettervi piante, il quale si trasforma in piedistallo in
corrispondenza d'ogni colonna all'esterno.
L'area interna, o
giardino, è posta (cosa nuova) ad un livello più alto di quello del pavimento
del portico, ed ha intorno una cunetta di coccio pesto, con due feritoie
attarversanti il pluteo, delle quali quella in t, per un canale sotterraneo,
portava l'acqua nel vico occidentale. Esaminata l'area abbiamo trovato i vuoti
lasciati dalle radici di diversi alberetti, o forse di grosse piante, che però
erano state messe qua e là senza alcun ordine, come può vedersi nella NdS 1910 figura
1.
Nel lato
settentrionale, privo di portico, nella parte del vano che comunica col
peristilio dell'altra casa, ed in corrispondenza con le colonne del portico,
sono due pilastri, e così pure, sulle stesse linee, nel lato opposto. La
decorazione delle pareti in fondo al portico consite in un alto zoccolo nero,
al quale segue un campo bianco con qualche leggiera architettura fantastica.
Anche sulla parete settentrionale esiste lo stesso zoccolo nero, che però è
decorato con le solite rappresentanze di piante. Il pavimento è di coccio pesto
ordinario, con filari paralleli di quadratini di marmo, messi ad uguali
distanze.
Lungo il lato
settentrionale è un passaggio sollevato, terminante con due scalini da una
parte e dall'altra.
Sul portico
orientale del peristilio si apre in tutta la sua larghezza la exedra 23,
spaziosa ed elegante, con due colonne, tra gli stipiti (una volta rivestiti di
legno) le quali sostenevano l'architrave. L'ambiente quindi non era chiuso da
imposte, e l'ingresso manca di soglia, il cui luogo è occupato dal pavimento
stesso di tutta la stanza, formato di coccio pesto con pezzetti di marmo di
vario colore, qua e là incrostati. Di forma quadrata, era divisa dagli ambienti
laterali solo mediante sottili pareti, ora cadute, e recava una bella
decorazione dipinta, oggi conservata soltanto nella parte inferiore della
parete di fronte. Da questo poco vedesi, che la parete esibiva tre grandi
rettangoli, il centrale rosso e i laterali gialli, divisi da larghe fasce
probabilmente nere, inferiormente però paonazze, recanti forse delle architetture
fantastiche, e poggianti (ciò che si vede) su due piedistalli, ciascuno
consistente in un avancorpo dello zoccolo generale della parete. Questo zoccolo
è nero con una riquadratura paonazza nel campo centrale, e paonazzo con
riquadratura nera nei campi laterali. Di queste tre riquadratnre, la prima
esibisce una mascheretta di prospetto, assai danneggiata, pare muliebre, con
sopra una specie di palmetto dalla quale partono due rabeschi a volute
floreali; il tutto giallo. Ciascuna delle altre due esibisce un delfino. Sotto
questo zoccolo, un altro minore dipinto ad imitazione di lastre di marmo
colorato, incrostate.
Nella parete
meridionale, oggi, come ho detto, distrutta, dovovano essere praticati due
vani, che davano accesso ai piccoli ambienti 25 e 26.
Le due colonne
della descritta exedra hanno carattere assai classico; ricordando la nota
disposizione delle colonne nel templum in antis. Ed ambienti con tale
disposizione di colonne non sono certo comuni nelle case pompeiane, né io
saprei qui ricordare altri esempì che la stanza a destra dell'atrio nella casa
n. 4, is. II, reg. Il; le due alae nella casa di Epidio Rufo, la exedra della
casa del Fauno, celebre pel grande mosaico della battaglia di Alessandro, che
ne è senza dubbio l'esempio più bello. In quest'ultima casa e in quella di cui
è qui parola, una stanza che si apre sopra il lato principale di un peristilio,
e con due colonne, per dir così, in antis, ha poi un' importanza ancora
maggiore, ricordando la prostas dinanzi all’oecus della casa ellenistica, che
appunto con due colonne (greek, see page 447)si apriva sul lato principale
della corte Ma se nella casa del Fauno ciò
si osserva in un peristilio, preceduto nella maniera comune da atrio e da
tablino, nella nostra casa lo notiamo in un peristilio, il quale, come nella
corte della casa ellenistica, non è preceduto da altri ambienti che dal
corridoio di accesso dalla via.
Nelle vicinanze
del peristilio furono trovati i capitelli in tufo di due colonne, rivestiti di
stucco, tra loro differenti, nessuno dei quali però mi pare che possa avere
fatto parte delle due colonne dell’exedra, o di quelle del peristilio, le quali
sono in muratura e di colore diverso. Entrambi i capitelli sono di tipo dorico:
l'uno però reca intorno all'echino, rilevato in stucco, un filare di palmette;
l'altro un filare di ancore e di tridenti, alternati con le prime in mezzo a
due delfini guizzanti con la testa in giù, simmetricamente disposti, con tracce
di pittura color celeste.
A sinistra della
exedra descritta è la stanzetta rettangolare 24, alla quale si accede parimenti
dal peristilio por un largo vano d'ingresso che aveva stipiti di legno e la
soglia formata da diversi pezzi di marmo. Ha pavimento di coccio pesto, e le
pareti (quella meridionale, che era comune con quella del vano 23, manca) a
fondo bianco, tranne che nello zoccolo, il quale ha fondo nero, scompartito in
grandi rettangoli, tra loro separati da architetture fantastiche, leggiere e da
candelabri. Del fregio, conservasi soltanto la estremità sinistra sulla parete
settentrionale, dove rimane il principio di un festone. Lo zoccolo è
scompartito in riquadrature corrispondenti ai rettangoli e alle architetture
divisorie, esibenti, le prime, piante con uccelli, le seconde, animali
fantastici volanti (riconosco tra questi un androsfinge). Nulla vedesi di ciò
che esibivano al loro centro i grandi rettangoli.
A sinistra della
parete settentrionale un vano murato, che comunicava con apotheca 20 della casa
precedente, in fondo al portico orientale del peristilio 18.
Ho già detto che
in 25 e in 26 si entrava dalla exedra. Tutti e due sono piccolo ambienti; il
primo ha pareti bianche e zoccolo nero; il secondo, è ugualmente così decorato,
ha però lo zoccolo molto alto ; reca i fori per una scansìa nella parete
meridionale, e mostra un vano abolito nella parete occidentale. Le due
stanzette sono tra loro separate da una sottile parete, la quale era inoltre
rafforzata da tre stanghe di legno verticali, come dimostra il vuoto lasciato
da queste. Tale divisione è però posteriore, giaccchè sulla parete meridionale
osservasi, che quella parete copre in parte la decorazione di un unico ambiente
più antico. Sull'alto della parete meridionale, in 26, vedesi un intonaco di
signino che appartenne ad un ambiente superiore.
Nel lato
meridionale del peristilio si apre la bella stanza 27 con due vani di ingresso,
dei quali quello di destra molto largo, dagli stipiti in parallelepipedi di
tufo una volta rivestiti di legno ; quello di sinistra stretto e con gli
stipiti rivestiti d'intonaco nero, con soglia di lava. La stanza ha pavimento
signino con disegno geometrico nel mezzo ; ha le pareti dipinte a fondo nero, e
reca tracce evidenti di essere stata coperta, almeno nella metà occidentale, da
una bassa volticina, per la lunetta con cui termina la decorazione della parete
occidentale e i fori per le travi che l'accompagnano all'esterno.
Le pareti sono
divise nel loro campo principale in grandi rettangoli: hanno alto fregio
decorato con leggiere architetture, animate dalle solite figure di cigni dal
collo ricurvo, e da altri volatili con le ali spiegate; ed hanno basso zoccolo
a fondo, nero. Questa decorazione è conservata principalmente nelle pareti
meridionale e occidentale. Nella prima il rettangolo medio ha innanzi due
colonnine sostenenti un frontoncino, che consiste solamente in due fasce
inclinate, rappresentanti la cornice superiore del frontone, sul quale, come
acroterio, si eleva una specie di alto stelo, terminante superiormente con un
dischetto rosso, invadente, come il frontone stesso, il campo del fregio. Nel
mezzo del rettangolo un quadretto rettangolare dalla rappresentanza del tutto
svanita. Ai lati, due rettangoli per parte, divisi da un leggiero ed esile
candelabro di color chiaro, alla cui metà è quasi sospeso un quadretto
rettangolare, a fondo rosso con rappresentanza svanita, dal quale pendono due
festoni ai lati. I piattelli dei candelabri pare che sostenessero una fascetta
chiara orizzontale, che divide
i rettangoli dal
fregio.
Nella parete
occidentale il rettangolo medio ha innanzi parimente il baldacchino, che però
termina con una trabeazione piana, senza frontone, anch'essa invadente il
fregio. Il quadretto che decorava il centro del rettangolo in fondo al
baldacchino, manca, forse perchè tolto al tempo del primo scavo. Ai lati anche
qui due rettangoli per parte, separati da un candelabro, che però invade il
fregio, dove termina con piattello, in corrispondenza del quale, più in alto,
un uccello dalle ali spiegate. In ciascun rettangolo laterale vedesi la
rappresentanza di un piccolo vaso metallico, la cui descrizione, per brevità,
son costretto ad omettere. Nel fregio al disopra del baldacchino, un pavone a
sinistra, e più in alto un quadrettorettangolare rosso, con pianticelle e
uccelli pascolanti. La lunetta al disopra della descritta parete occidentale ha
fondo bianco e su questo la rappresentanza di un grande pavone a destra,
beccante sopra alcuni pomi, e nella estremità destra un altro volatile giallo
con cresta rossa, dinanzi ad alcune pianticelle.
Ai lati del
corridoio d'ingresso 21 esistono le due stanze 28 e 29, in tutte e due le quali
si entra dal peristilio.
La prima (28) è
una larga stanza rettangolare, con soglia di lava all'ingresso, pavimento di
coccio pesto con in mezzo pezzi di marmo colorato incrostati, formanti quasi un
disco, decorata nelle pareti con grandi rettangoli a fondo rosso e nero
alternativamente, con fregio bianco e zoccolo nero. Nell'alto della parete
occidentale un finestrino rettangolare che dava sul vico. Nessuna traccia della
copertura.
La parete
occidentale mostra cinque di quei rettangoli, dei quali sono neri il centrale e
i due estremi, e sono fra loro scompartiti da fasce nere esibenti graziosi
motivi decorativi in filari verticali: cigni, volute, tamburelli, ornati
cuoriformi etc. Nel mezzo del rettangolo centrale è rappresentata un'aquila
quasi di prospetto, dalle ali spiegate, leggermente stilizzate e da cui partono
due leggieri festoni verdi. Nel mezzo degli altri due rettangoli neri, una
corona per parte, dalla quale si staccano ornamenti floreali, avente al centro
un uccello volante. I rettangoli rossi esibiscono ciascuno un piccolo quadretto
rettangolare, quasi distrutto nel rettangolo di sinistra, ed esibente
nell'altro una pantera che si avvicina ad un vaso (?), su fondo paonazzo.
La parete
meridionale, più stretta, ha tre rettangoli: nero il medio, rossi i laterali.
Il medio pare, secondo che si può giudicare dal poco che ne avanza, che
esibisca del pari l'aquila come il rettangolo centrale dell'altra parete. In
quello di sinistra, meglio conservato del corrispondente di destra, è l'avanzo
di un quadratino nero disposto con gli angoli verso i lati del rettangolo, con
delle linee rosse curve, estremità di qualche figura che non saprei
determinare. Da ciascun angolo del quadratino parte un rabesco violaceo e
verde. Il fregio, nelle due pareti in parte descritte, reca leggiere fasce su
fondo bianco, decorate con uccelli volanti, festoni ed altri motivi. Nello
zoccolo, piante.
Nella estremità
destra della parete orientale, un piccolo rincasso.
La stanza 29 è
più piccola; aveva stipiti di legno all'ingresso, ha pavimento di opus
segmentatavi (questo non è stato ancora interamente liberato dal materiale
eruttivo); un finestrino nell'alto della parete occidentale; pochi fori delle
travi nell'alto della parete meridionale ed una notevole decorazione dipinta.
Questa infatti, mentre nella parte superiore ha le bugne rilevate, proprie del
primo stile, ha poi, al disotto di queste, la imitazione di altre bugne,
ottenute col solo mezzo della pittura, conforme al sistema proprio del secondo
stile.
Nella estremità
destra del lato meridionale del peristilio si apre, con largo ingresso, il
corridoio 30, pel quale si accede ad alcuni ambienti minori, rustici, della
casa, privi di importanza, e dei quali per brevità ometto la descrizione.
Vi tornarono in
luce le seguenti iscrizioni tutte graffite:
25. Sullo zoccolo
nero della parete settentrionale del corridooio 21, al disopra di due disegni
di gladiatori (?) eseguiti da qualche ragazzo:
26. Piu in alto,
sull’intonaco bianco della stessa parete:
27. Nel lato del pilastro terminale rosso
della stessa parete, rivolto nel peristilio:
Sul lato
occidentale della prima colonna a sinistra, nel lato occidentale del
peristilio, da sopra in sotto:
28.
29.
30.
31.
32.
33. Sulla faccia rivolta a settentrione,
della stessa colonna, il principio di un alfabeto latino:
34. ed il seguente alfabeto greco:
35. Sullo zoccolo
nero, nell’angolo nord-ovest del Peristilio:
36.
37. Inoltre i seguenti numeri:
38. Sulla breve parete occidentale:
Gli oggetti che
vi si raccolsero furono I seguenti:
Presso la parete
settentrionale del Peristilio, fra terre gia smosse:
Un chiodo di
bronzo e una moneta di bronzo repubblicana forse un asse, unrecognisable in its
particulars (709, 5.IV.910)
Nel corridor 21,
a l.50m dal pavimento: un quadrans mediocremente conservato (749, 4 VI. 910). Bottone
emisferico di vetro turchino senza foro, e una boccetta di vetro a lungo collo
e corpo sferoidale, rota nel labbro, lunga m. 0.08 (741).
Nella stanza a
destra dell’ingresso 28: Ornamento centrale di Fontana, consistente in un
bloccheto di marmo bianco inferiormente quadrato (m. 0.225 x 0.225) con foro al
centro, dal quale si elevano in giro, e subito si abbassano delle foglie, che
parrebbero di acanto, ove non fossero estremamente fiose. Sulla base sono
scolpiti due serpentelli, due rospi, un gambero d’acqua dolce, un piccolo
animale dal corpo allungata, e Quattro gambe, a lunga coda, che non saprei
identificare: sulle foglie due rospi, due lucertole, due lumache, un grosso
gambero di terra (742, 6.VI.910). L'esecuzione è mediocre (fig. 3).
VII.6.38 Pompeii.
Nella stanza a destra dell’ingresso 28: Ornamento centrale di Fontana.
See Notizie
degli Scavi di Antichità, 1910, p. 452, fig. 3.
Nel corridoio 30:
candelabro di bronzo, alto m. 1,196, dal fusto imitante un tronco d’alberello,
il quale si divide superiormente in tre rami sorreggenti il piattello e
inferiormente in altri tre rami, più grossi, formanti il piede. L'insieme è
assai grazioso e originale (Inv.744, 7-VI-910).
Sul pluteo tra le
colonne del peristilio: medio bronzo di Claudio, Cohen 84? (740, 13-VI-910).
39. Fondo di
scodella aretina, con la marca della Rasinia in planta pedis: L-R-P (Inv. 750,
13-VI-910).
Nell'ambiente 34,
cioè in fondo al corridoio 30: elegantissimo ahenum in lamina di bronzo (fig.
4) con recipiente inferiormente emisferico e rientrante in alto, munito di
maniglia ad arco, girante in due anelli opposti, sotto ciascuno dei quali è una
maschera in bronzo di divinità aquatica maschile, magistralmente modellata
(figg. 5 e 6). È alto m. 0,225, largo alla bocca m. 0,235. La maniglia, munita superiormente
di anello di sospensione, ha le estremità foggiate a testa di oca o di altro
uccello aquatico, infilate nei due anelli opposti e ripiegate (753, 15-VI-910).
Le due maschere costituiscono la parte più importante del vaso. Fuse a parte,
erano saldate al vaso. Essendo l'una uguale all'altra, ne descrivo una
soltanto, cioè quella riprodotta separatamente nelle figg. 5 e 6, che è anche
la meglio conservata e ricoperta di bellissimo ossido di color azzurrognolo, ed
oltre-mare, il quale concorre ad aumentarne il pregio.
VII.6.38 Pompeii.
Nell'ambiente 34, cioè in fondo al corridoio 30: elegantissimo ahenum in lamina di bronzo.
See Notizie
degli Scavi di Antichità, 1910, p. 453, fig. 4.
Nell'area del
peristilio: antefissa di terracotta, d'uno dei tipi soliti a Pompei, costituita
cioè da una palmetta con in mezzo una testina umana poco chiara nei particolari
(755). È probabile che essa avesse fatto parte di un filare di tegole sporgenti
dalla terrazza per lo scolo delle acque. E che anche le terrazzo potessero
essere munite di un filare di tegole lo vedremo nel peristilio della casa n.
XXVIII.
Nell'ambiente 25:
Piatto rustico di terracotta largo m. 0,27, scheggiato (756, 20-VI). Borchia
circolare di bronzo, larga m. 0,047, forata nel centro (757).
Sul pavimento
dell'ambulacro orientale del peristilio.
Due cerniere di
bronzo, lunghe m. 0,115 (760, 22-VI). Tre dei soliti pesi tronco-piramidali di
terracotta, alti m. 0,11 (761).
Un quadrans,
Babelon, op. cit. I, 46, n. 18? (762, 23-VI).
Sul pavimento
dell'ambulacro occidentale, alla estremità settentrionale di esso.
Piccola coppa in
lamina di bronzo a fondo piatto, senza piede e senza anse, alquanto slargata in
alto. Internamente è tuttora dorata, e tracco di doratura vedonsi pure
all'esterno. Larga m. 0,08, è alta m. 0,035 (767, 24-VI-910).
Due cerniere di
sottile lamina di bronzo larga m. 0,037, attraversate da chiodetti che le
tenevano salde ad una cassa, lunghe m. 0,20 (768).
Fascio di
strumenti agricoli di ferro, tenuti insieme dall'ossido (769).
VII.6.38 Pompeii.
Nell'ambiente 34, cioè in fondo al corridoio 30: elegantissimo ahenum in lamina di bronzo.
Maniglia ad arco,
girante in due anelli opposti, sotto ciascuno dei quali è una maschera in
bronzo di divinità aquatica maschile, magistralmente modellata.
See Notizie
degli Scavi di Antichità, 1910, p. 454, fig. 5.
VII.6.38 Pompeii. Nell'ambiente
34, cioè in fondo al corridoio 30: elegantissimo ahenum in lamina di bronzo.
Maniglia ad arco,
girante in due anelli opposti, sotto ciascuno dei quali è una maschera in
bronzo di divinità aquatica maschile, magistralmente modellata.
See Notizie degli Scavi di
Antichità, 1910, p. 455,
fig. 6.
Nella casa XXXVIII, si trovarono due anfore di
terracotta, frammentate, contenenti avanzi di lische di pesci, quasi allo stato
di polvere.
Ma la scoperta piu notevole fu quella fatta
nell’ambiente immediatamente a sinistra di chi entra nel peristilio della casa
XXXVIII.
Questo ambiente, notevole per la sua decorazione
parietale, che è insieme del primo e del secondo stile, ha il pavimento fatto
ad opus segmentatum e decorato nel centro con un emblema circolare che presenta
le figure di alcuni pesci in vermiculatum assai finemente eseguite. Purtroppo
però tale musaico bellissimo è stato danneggiato in una buona metà (fig. 1).
L'emblema ha intorno una piccola fascia circolare di terracotta, la quale altro
non è che l’orlo rilevato di un disco fittile, entro cui è contenuto l'opus vermiculatum.
Ciò dimostra che tali emblemata erano eseguiti a parte e forse messi in vendita.
Il diametro, compreso il cerchio di terracotta, è di m. 0, 58. Vi si veggono
dei pesci, raffigurati
con tanta naturalezza che si direbbe con Marziale (III, 35) esservi bisogno
soltanto dell'acqua per farli natare).
VII.6.38 Pompeii. Emblema circolare che presenta
le figure di alcuni pesci in vermiculatum assai finemente eseguite.
See Notizie degli Scavi di
Antichità, 1910,
p.555-7, fig. 1.
Sgombrato il
materiale che ancora copriva il primo tratto del vico occidentale verso
mezzogiorno, si raccolsero un medio bronzo di Augusto, mal conservato,
probabilmente una restituzione di Tiberio (Inv. 781, 5-VII), e una borchia circolare
di osso, fatta al tornio, modinata, larga m.0.032, recante incisi sulla parte
posteriore i numeri X XI (Inv. 782, 5-VII).
Devono qui essere
menzionate due iscrizioni graffite, da me lette il giorno 17 nella casa n. 38, Reg.
IV (VII), Ins. VI (cfr. Notizie degli Scavi, 1910, p. 450). Sono tracciate
sulla colonna media del portico occidentale. Nella prima leggesi chiaramente il
nome:
Nell'altra
apparisce pure chiaramente il nome:
interrotto dopo
la quinta lettera per una lacuna nella parete, e continuato regolarmente subito
dopo la lacuna.
M. Della
Corte.